Teniamo sempre presente che nelle tre o quattro righe del testo di un problema si nascondono insidie e difficoltà rilevanti e di diversa natura, che per poter essere superate richiedono alcune capacità, dette oggi metacognitive. Cerco di illustrarle brevemente a partire dalla descrizione che ne dà Germana Girotti.
Occorre una buona capacità di comprensione verbale e spesso non basta: può accadere che bambini che non hanno difficoltà di comprensione verbale le manifestino quando si tratta di risolvere problemi. Molti studi e ricerche hanno evidenziato che alcuni fattori possono rendere le cose più difficili: testi troppo discorsivi, informazioni aggiuntive, inutili o ridondanti nel testo stesso. Da queste ricerche emerge un consiglio: proporre problemi con testi semplici, strutturati in poche proposizioni con un solo dato per ogni proposizione. Ciò non significa che ci dobbiamo limitare solo a questo livello di difficoltà, ma dobbiamo esserne coscienti per poter andare oltre.
Occorre poi l’abilità nella rappresentazione dello schema matematico, in altre parole bisogna saper mettere ogni informazione del problema in relazione con tutte le altre e a questo scopo servono l’analisi dei dati e schemi di vario tipo in problemi più complessi.
Altra capacità implicata è quella di categorizzare la struttura di un problema: saper trovare somiglianze e differenze tra schemi di risoluzione in modo da riconoscere che problemi simili si risolvono in modo simile. E’ la capacità di capire che un dato problema che ci chiede di trovare la differenza, ad esempio, si risolve come tutti gli altri problemi della stessa categoria. Succede però che qualche volta, invece, gli alunni considerino simili problemi che parlano della stessa situazione, anche se si risolvono in modo diverso. Proprio per allenare questa capacità vedrete che i miei primi problemi di questo post parleranno tutti della medesima situazione, pur in modo diverso.
Necessaria è pure la capacità di pianificare le procedure e le operazioni, quindi sarà opportuno lavorare molto insieme proprio per aiutare l’assimilazione di una corretta metodologia di lavoro.
Ciò premesso, iniziamo la nostra attività sui problemi con la sottrazione. Ed io la inizio con un problema che si risolve con l’addizione. Perché? Per rivederne il significato in una situazione additiva che ci darà poi modo di operare dei confronti con altri problemi solo apparentemente simili.
Lo spunto mi è dato ancora dalla “saga del fantasma Morellino”, che è molto piaciuto ai bambini e che quindi, da buon fantasma o da fantasma buono, ci aiuterà ancora.
Ecco il primo problema proposto.
Ho preparato una lezione riguardante i problemi con la sottrazione da utilizzare con la LIM. Per saperne di più fai clic qui.
Una serie di risorse utili individuate nel Web, per insegnanti ed alunni. Le trovi sul sito delle verifiche. Fai clic sul link.
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