Ottava tappa : la fine della missione
Cari bambini, Falco Zero per un po’ sarà fuori combattimento, impossibilitato a volare e tutto preso a curarsi le penne bruciacchiate. Abbiamo potuto così procedere nella nostra avventura un po’ più tranquille.
Lasciammo la Montagna
di Fuoco, dirigendoci in volo verso l’isola
dei Piedi Palmati che si
trova nel grande Mare
del Sud. C’era ancora parecchio da volare sul mare e la nostra fatica era sempre
più grande; ciò nonostante dovevamo farci forza e proseguire per arrivare in
tempo utile.
Ad un certo punto
dall’alto la vedemmo, la Marea Nera, che si profilava minacciosa all’orizzonte e
dopo un po’ apparvero anche i confini dell’isola dove erano in pericolo tutti i
nostri amici palmipedi.
Purtroppo la nostra visione aerea ci permise anche di scorgere la Banda dei Senza Pietà che avanzava inesorabile sull’isola verso le
spiagge dove erano riuniti tutti i nostri amici palmipedi. Si trattava ormai di
una corsa contro il tempo.
La minaccia più vicina era la Marea Nera che stava ormai accerchiando le spiagge
dell’isola, anche se non ancora visibile da riva. Non sapevamo cosa fare ed
invocammo, con tutta la forza che ci avete dato voi, Eolo, il Re dei Venti.
“Potentissimo Eolo, sappiamo che la tua forza spaventosa può provocare
danni, come quando hai distrutto il mio nido, ma sappiamo anche che la tua
potenza può rasserenare il cielo e portare felicità. Potentissimo Eolo, ascolta
il nostro grido di aiuto e aiutaci!”
Incredibile!!! Eolo ci ascoltò e ci inviò il Corridoio
del Vento che cominciò a soffiare respingendo verso il largo la Marea Nera e facendola pian piano disperdere nell’infinità del mare.
Non era ancora finita, però: trovammo la forza di raggiungere la grande
spiaggia dove tutti i nostri amici palmipedi tranquillamente ignoravano il
pericolo costituito dalla Banda
dei Senza Pietà che ormai
erano molto vicini. Ci dividemmo: Anatra Grigia avrebbe cercato di rallentare
la marcia di quegli uomini spietati mentre io mi precipitai sulla spiaggia dove
c’era la grande colonia di palmipedi. Atterrai tra loro e feci un grande
trambusto per attirare l’attenzione di tutti, spiegai velocemente qual era il
pericolo e quindi la necessità di alzarsi immediatamente in volo e dirigersi
verso sud, verso terre più tranquille.
Dissi loro di zittirsi immediatamente e diedi loro cinque minuti di tempo per organizzarsi, sperando che fossero sufficienti. Anatra Grigia fu geniale: vedendo che la Banda dei Senza Pietà si muoveva seguendo le indicazioni di una bussola, a rischio della sua vita, si nascose su un albero a cui quegli uomini sarebbero passati vicini e, quando il primo del gruppo fu sotto di lei, velocissima gli planò sopra e gli rubò col becco la bussola, manco fosse una gazza ladra. La mancanza della bussola ritardò un po’ la marcia della banda, perché c’era chi diceva che bisogna proseguire diritti, c’era chi invece sosteneva che bisognava svoltare a destra, chi a sinistra: quel tempo perso si rivelò preziosissimo, perché quando arrivarono alla spiaggia la trovarono deserta di vita, un’immensa distesa coperta di piume ma di uccelli nemmeno l’ombra.
Dissi loro di zittirsi immediatamente e diedi loro cinque minuti di tempo per organizzarsi, sperando che fossero sufficienti. Anatra Grigia fu geniale: vedendo che la Banda dei Senza Pietà si muoveva seguendo le indicazioni di una bussola, a rischio della sua vita, si nascose su un albero a cui quegli uomini sarebbero passati vicini e, quando il primo del gruppo fu sotto di lei, velocissima gli planò sopra e gli rubò col becco la bussola, manco fosse una gazza ladra. La mancanza della bussola ritardò un po’ la marcia della banda, perché c’era chi diceva che bisogna proseguire diritti, c’era chi invece sosteneva che bisognava svoltare a destra, chi a sinistra: quel tempo perso si rivelò preziosissimo, perché quando arrivarono alla spiaggia la trovarono deserta di vita, un’immensa distesa coperta di piume ma di uccelli nemmeno l’ombra.
Ce l’avevamo fatta, tutti i nostri amici in volo erano salvi, già
scomparsi oltre l’orizzonte.
La nostra missione si era compiuta felicemente, non ci restava che
ritornare al Nord, al mio nido nascosto tra i canneti dello stagno, vicino all’
Albero Tronco. Anatra Grigia decise che sarebbe venuta con me e che avremmo
vissuto in perfetta amicizia fino alla fine dei nostri giorni.
Prima di riprendere il viaggio per il ritorno, vogliamo però ringraziare
tutti voi, bambini delle classi quarte. Senza il vostro aiuto, senza l’energia che
ci avete fornito con la vostra attività e con le vostre prove, non saremmo mai
riuscite ad arrivare in tempo: ce l’abbiamo fatta, abbiamo vinto! Non è finita,
ora però ci dovete aiutare a ritornare a
casa, ancora un piccolo sforzo, su!
Ci sono giunti i superquackgulp
risultati della vostra ultima prova. Guardate i quackrisultati
della 4B di Imperia.
Grazie a questi
risultati siamo riuscite a ritornare al nostro nido. Ed ora eccoci qua, io Oca
Roca, Anatra Grigia ed Aquila Stanca riunite per ringraziarvi ancora del vostro
incredibile aiuto. Vogliamo però ringraziarvi in un modo particolare: voi ci
avete permesso di salvare una grossa colonia di palmipedi ed allora vogliamo
farvi capire la grande importanza di ciò che avete fatto.
Come vivono nella
realtà oche, anatre e cigni? Ve lo spiego con l’aiuto del sito http://www.incontraglianimali.org/oche-anatre.html
Come vivono nella realtà
“Come per galline e polli, anche
anatre o oche vengono allevate in allevamenti intensivi per la loro carne e per
le loro uova, ma anche per il piumino e per il "paté de foie gras".
Le anatre, in natura, sono animali
veloci nella corsa, nel nuoto, nel volo, mentre negli allevamenti vengono
ingrassate così tanto che riescono appena a camminare e soffrono di malattie
alle zampe. Non hanno a disposizione acqua, che è invece il loro ambiente naturale.
Hanno bisogno di acqua per pulirsi le piume e gli occhi (quando immergono la
testa non è solo per cercare cibo, ma spesso semplicemente per pulirsi gli
occhi), e non potendolo fare sono sempre sporche e sviluppano dolorose malattie
agli occhi.
Le condizioni negli allevamenti per
la produzione di "paté de foie gras" sono ancora peggiori. Le oche
(ma spesso anche le anatre) vengono alimentate forzatamente, in modo cruento.
Si usano metodi meccanizzati costituiti da un tubo metallico che viene
introdotto nell'esofago degli animali e pompa nel loro stomaco un pastone di
mais, sale, grasso, per tre volte al giorno; dopo i primi dodici giorni, il
"pasto" forzato viene introdotto ogni 3 ore, anche di notte. Il
fegato si ammala e si ingrossa, diventando 10 volte la sua dimensione normale.
Da questo fegato, malato e gonfio, si ricava il famoso paté. Nel mondo, più di
venticinque milioni di anatre e oche vengono sottoposte a questa tortura ogni
anno.
Per quanto riguarda la produzione
di piumino per l'imbottitura di giacconi e copriletti, in molti paesi (in
Europa, in Ungheria, in Israele) le oche vengono spiumate da vive.
E' noto ed ammesso dai veterinari che si tratta di una pratica che fa
soffrire gli animali, eppure la si continua a fare lo stesso. La metà delle
piume "prodotte" nel mondo proviene da animali spiumati vivi, in
allevamenti grandi o piccoli. Ad esempio negli allevamenti intensivi ungheresi,
le oche vengono appese a testa in giù e spiumate vive per 2-3 volte l'anno, per
finire poi la loro vita in un macello o in uno stabilimento di produzione del
paté de foie gras.”
Come
muoiono nella realtà
Quando è ora di andare al macello, questi poveri animali sono inscatolati in
malo modo in gabbie in cui sono così stretti che non riescono nemmeno a
respirare, le gabbie sono messe l'una sopra l'altra, così che gli escrementi
degli animali nelle gabbie che stanno più in alto finiscono addosso a quelli
che stanno sotto, e poi inizia il calvario del viaggio. Una volta giunti al macello, gli animali vengono appesi a testa in giù ai ganci metallici della "catena di smontaggio", terrorizzati e sofferenti. Se i lavoratori del macello hanno pietà e intendono seguire le norme, vengono poi storditi con ossido di carbonio, altrimenti vengono direttamente sgozzati a vivo.
Vuoi
salvarli?